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Torpigna regna!

"Torpigna regna sul cazzo e sulla fregna". Questa scritta campeggiava sul muro delle case popolari proprio di fronte il portone di casa mia. Mi ha sempre fatto ridere, probabilmente per le due parolacce in una frase di cinque. Da ragazzino basta che qualcuno dice cacca e già ti parte la risata pesante, quella di cuore. Ecco, Torpignattara è così, un filo colorita, per usare un eufemismo. Sono nato lì, a ridosso del "campone" delle case popolari, in una palazzina dell'Inps ed ho vissuto lì fino a quest'estate, quando ho fatto fagotto e sono andato a convivere a Montesacro con la mia compagna, Carlotta. Ho vissuto 28 anni in un grande appartamento al quinto piano con i miei genitori, Silvestro e Simonetta e mia sorella Valentina, con la presenza altalenante dell'ormai marito di mia sorella, Nicholas. Nello stesso palazzo vivevano i miei nonni materni, Annunziata ed Ettore e la sorella di mia madre, zia Adriana con Tonino e le figlie Martina e Federica. Praticamente sulla palazzina avremmo potuto mettere l'insegna NANNI in placca d'ottone e nessuno avrebbe avuto nulla da ridire. Le scuole le ho fatte ovviamente in zona, fino alla terza media e probabilmente sarei rimasto lì anche al liceo se non avessi optato per uno scientifico.


La fermata dei Laziali



Di Torpignattara ricordo bene l'odore. Quella puzza di strada e di povertà che ti entra nelle narici e ti si fissa al cervello. Io ero uno di quelli fortunati, uno di quelli con tutti e due i genitori vivi ed a piede libero. Con una bella casa, vestiti puliti e con le duemila lire per prendere la pizza da Francotredita (leggenda narra che le due dita mancanti siano finite nell'impasto della pizza bianca e date in pasto ad ignari pargoli). Non è che c'avessimo mai avuto il soldo pesante, anzi. Mio padre e mia madre si sono spaccati la schiena per una vita per non farmi mancare nulla, però ci stava gente messa molto peggio. Ma all'epoca manco te ne accorgevi. Perchè tutti eravamo figli di Torpignattara. In un modo o nell'altro eravamo tutti fratelli e sorelle. Personalmente credo di conoscere almeno il 90% delle persone che abitano o lavorano in zona. Tranne le nuove leve. Quelli me stanno un filo sul cazzo. Troppo coatti. Non è che molti di quelli dell'età mia fossero diversi, chi non è finito ancora sottoterra o ci finirà prima dei cinquanta o si salverà perchè in galera, ma loro erano fratelli miei, eravamo cresciuti insieme. Questi no. Sono di un'altra Torpigna, non la nostra. Insomma penso avrete capito che Torpignattara è un poì gioia e dolore, odi et amo. E' come quando stai con quella pischelletta che ti tratta male, ma che non riesci proprio a lasciare. Un po' per paura un po' per amore. Ecco, zona mia è così, la ami però te sta sul cazzo. 
Conosco ogni parte del mio quartiere, ogni via, ogni cantina, ogni faccia, ogni voce. Dal Cannone (famoso monumento ai caduti della seconda guerra mondiale), alla pizzeria al taglio di Anna, dalla palestra Maco al parco Sangalli, da Villa de Santis (che non sta proprio a Torpignattara però sti cazzi, è nostra pure quella) a Villa Berta. Insomma tutte le strade sono casa mia. Perchè volente o nolente se vivi là, vivi per forza di cose per strada. Da ragazzini andavamo a giocare a pallone al "campone" delle case popolari. Da adolescenti ci andavamo per farci le canne. Comunque sia sempre in strada eravamo. E la strada un minimo ti forma. Ti insegna a stare al mondo a forza de botte. Sia chiaro, non è che te mena la strada, però la gente che la bazzica alle 4 del mattino generalmente non è che sia proprio amichevole...


Il murales al campo di bocce del parco Sangalli

Comunque sia, oramai, sono rimasti solo ricordi di quello che era. Si, la gelateria di Lucio ci sta sempre, il CIM pure, il forno Spiga d'Oro, il bar Arcaro e tanti altri posti sono rimasti immutati esteticamente, ma qualcosa è cambiato. E non parlo dell'immigrazione incontrollata che ha riversato in poco piu 2,35 km² migliaia di cittadini del Bangladesh ed altrettanti cinesi. No, è cambiato qualcosa nelle persone. Da bambino la gente sorrideva. Adesso hanno tutti un filo di timore misto a schifo nei confronti dell'altra persona. La gente che ci abita quasi si vergogna di dire da dove viene. E non venitemi a dire che è normale perchè non lo è. Mi sono fatto una promessa e spero di mantenerla. Quando la vita me lo permetterà tornerò dove sono nato. E combatterò affinchè si torni a sorridere. Perchè parlamose chiaro regà, non se può vedè Torpignattara ridotta a un cumulo de macerie, piena de mignotte e bucatini!


Per parlare di Torpigna in termini un minimo più scolastici vi rimando alla pagina Wikipedia della zona https://it.wikipedia.org/wiki/Torpignattara, dove potete trovare tutte le informazioni di cui generalmente la gente se ne frega, tipo quanto è grande, da dove inizia a dove finisce, quali sono i posti più rappresentativi  e dove andare a mangiare (pensate che ci sono ben due osterie tra le più famose di Roma!). Vi posso aggiungere a quanto troverete lì che la gente di Torpignattara non sempre risulta amichevole a primo impatto, anzi, potreste sentirvi osservati in un primo momento (non è che ve ce sentite, è che ve spizzano proprio). Ma con il passare del tempo vi sentirete a casa, perchè questo fa questo quartiere. Vi accoglie, esattamente come una mamma. Vi ama incondizionatamente, la cosa che vi fa rabbia è chi la tratta male. E nonostante sia stato stuprato nel tempo, aggredito, seviziato e lasciato a sè stesso, ha ancora così tanto da offrire alle persone che vogliono approfittare di questa accoglienza che dubito vi troverete male. Perchè Torpignattara è così. Un po' la ami ed un po' la odi. Come quella pischelletta stronza.

Murales di Jef Aerosol su un muro in via Ciro Da Urbino

















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